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CHI SIAMO

1938 LA FONDAZIONE

Un anno già denso di nubi e oscuri velati presagi di guerra.
Questo non intimorisce uno sparuto gruppetto di” VECI ” che hanno già sofferto la crudeltà del distacco dalla Famiglia perché chiamati a combattere nella Grande Guerra del 15/18 e qualche “BOCIA”, di fresco congedo, per i quali probabilmente era già pronta, sulla scrivania in un ufficio del Distretto un’altra cartolina Precetto.
Gli uni e gli altri si ritrovarono alla birreria giardino e con grande entusiasmo diedero vita a quello che sarà poi il meraviglioso GRUPPO DI MORI.

1938: Fra di essi il promotore ed alcuni soci fondatori

Alla guida del Gruppo fu posto uno dei promotori l’entusiasta, Dott. DANILO DALLAGO, veterinario in Mori, che nel 1917 fu tenente degli Alpini nel V° Reggimento, indi richiamato nel 1939 in servizio presso la Scuola Alpini di Aosta e congedato alla fine della guerra col grado di Maggiore. Il suo mandato sarà esempio e stimolo per il futuro.

Di quell’avvenimento e della vita del gruppo rimane ben poco, solo il vago ricordo, oppure il racconto di qualche famigliare e la testimonianza di una ingiallita fotografia sulla quale figurano alcuni Soci Fondatori, che li ritrae a Trento in occasione dell’Adunata Nazionale del 1938 tenutasi in quella città.

E’ conservato anche il gagliardetto che fu benedetto a quell’epoca, il quale logoro e consunto porta evidenti i segni del tempo. Lo stesso , oltre ai simboli propri dell’A.N.A. recava originalmente l’emblema del partito fascista (il fascio come d’obbligo) ricamato in filo d’oro come il resto. In seguito, dopo la caduta del fascismo, tale emblema fu maldestramente tolto lasciando una ben visibile impronta. Non toglierlo avrebbe costituito apologia di regime fascista e quindi reato. Ora l’impronta rimane quale testimonianza di un periodo storico passato e ormai dimenticato.

Poi, purtroppo, fu subito la guerra, la maledetta guerra, e con essa l’inevitabile scioglimento del neonato Gruppo e la perdita di ogni traccia, documento ed atto ufficiale della fondazione ed attività di quei generosi neofiti.

Arrivarono le “cartoline” che sancirono la partenza di quei validi uomini, per ignoti destini e terre lontane, col nodo alla gola e lo zaino pieno di rimpianti, tristezza, rabbia e un briciolo di speranza…..

1940..1941..1942..1943..1944..1945

Finisce l’immane tragedia…

Negli Alpini, ai quali DIO ha permesso di tornare portandosi nella mente il ricordo, vivo, delle sofferenze patite e nel cuore lo struggimento per gli Amici perduti ed anche nei giovani congedati, tornati a casa tutti con la sola ricchezza dell’amato Cappello, si manifesta sempre più forte, il desiderio e la voglia di riunirsi per raccontare, per dire della “Naia” passata, delle loro amarezze, delle loro gioie, delle loro speranze, per ricordare gli Amici che non sono più ma anche e soprattutto per FARE e RICOSTRUIRE qualcosa di nuovo che li unisca, questa volta in opere di Pace, di Solidarietà e fratellanza.

1938:  Ritrovo a Rovereto di molti reduci

Nell’attesa e nella speranza che maturi qualcosa di nuovo, molti ex Alpini si associano ai gruppi di Rovereto o Brentonico già esistenti, memori del passato, premono perché il gruppo di Mori ridiventi una realtà.

1958 LA RICOSTRUZIONE DEL GRUPPO

Anche questa volta in occasione della Adunata di Trento, del 12/13 marzo, alcuni Alpini, sull’esempio dei predecessori, decidono di ricostituire il Gruppo. Lo zelo, l’entusiasmo e la passione di quella avanguardia fanno si che il Gruppo venga inaugurato il 31 agosto dello stesso anno.

Capogruppo: Grigolli Nello.

Esso viene dedicato alla memoria ed intitolato al Sottotenente REMO RIZZARDI del 9° Alpini della Divisione Julia, decorato di medaglia d’argento e medaglia di bronzo al Valor Militare e Caduto in Russia nel 1943.

Madrina del gagliardetto la Signora Elena Rizzardi, sorella del Caduto Remo Rizzardi in sostituzione della madre.

Benedice il Gagliardetto Monsignor Don CESARE VIESI la cui appassionante Omelia è seguita dalle veementi parole di Padre Reich e dagli interventi ufficiali del sindaco Prof. Giuliani e delle altre autorità presenti.

Mons. don Cesare Viesi con accanto la madrina
Sig.ra Elena Rizzardi benedice il gagliardetto

SOCI FONDATORI: Angeli Cirillo, Dallabona Augusto, Dall’Alda Francesco, Grigolli Nello, Farinati Vittorio, Manzani Celestino, Pavoni Riccardo, Rossini Carlo, Malfatti Mariano, Montibeller Augusto, Rizzardi Mario (fratello di Remo) e non solo questi.

Per l’instancabile opera di essi e di altri collaboratori il Gruppo già nel primo anno conta ben 178 soci.
Lo spirito e l’iniziativa del direttivo e dei soci collaboratori è molto alto. L’iscrizione di nuovi soci, per incrementare il gruppo diventa quasi una gara fra gli incaricati.
Questi con una paziente capillare ricerca, passando di casa in casa di tutti gli Alpini in congedo e con argomenti convincenti riescono a far raddoppiare il numero degli iscritti negli anni immediatamente successivi.

Malgrado la non disponibilità di una sede fissa gli ex Alpini si impegnano in una fervida attività di realizzazione di feste campestri, raduni, adunate, soccorso ai bisognosi con aiuti economici e materiali nelle case e nelle campagne dei soci momentaneamente o permanentemente inabili, nonché cerimonie significative.

Per i loro ritrovi settimanali il direttivo e i soci si danno appuntamento nei Bar ed anche nelle case private dove discutere e decidere dell’attività da svolgere.

L’operatività, sempre supportata da grande entusiasmo, continua cosi per una decina di anni.

Finalmente nel 1967 il Gruppo può disporre, seppur provvisoriamente, di una sede fissa. grazie alla Cassa Rurale, che concede in uso uno dei propri locali in una palazzina adiacente agli uffici della Banca stessa.

Immagini della ricostituzione del gruppo.

L’Alfiere con il labaro sezionale.

Il Saluto del senatore G. Spagnolli.