INTRODUZIONE

L’idea di svolgere il mio lavoro di tesi sulla prima guerra mondiale è nata nell’estate del 2009 quando ho visitato le trincee del Nagià-Grom, aperte dopo i lavori di ripristino svolti dal gruppo Alpini di Mori (TN).
Sono rimasta affascinata dalla vastità delle costruzioni, da come ogni cosa fosse stata pensata nel dettaglio.
Un’altra scoperta sensazionale è stata l’apprendere che, in passato, la posizione della Val di Gresta era stata riconosciuta come strategicamente importante e che aveva ricoperto un ruolo fondamentale durante il primo conflitto mondiale.
Soprattutto quest’ultimo aspetto mi ha incuriosito perché molto diverso dalla situazione attuale.
Al giorno d’oggi la Val di Gresta è pressoché sconosciuta anche alla maggior parte dei trentini e, inevitabilmente, al resto d’Italia.
Mi sono rivolta fin da subito al Museo Nazionale della Guerra di Rovereto per trovare notizie in merito alla Prima Guerra Mondiale e, in seguito, al Museo Storico di Trento, per consultare l’Archivio della Scrittura Popolare.
Inizialmente ho svolto un’attività di ricerca sui nomi dei combattenti della Val di Gresta nell’Esercito Austro-Ungarico, vistando i cimiteri dei vari paesi, utilizzando l’elenco redatto dal Museo Nazionale della Guerra di Rovereto e chiedendo di ricordare i nominativi dei loro avi agli anziani dei paesi della valle.
Purtroppo non ho potuto integrare le mie ricerche con i dati dei registri parrocchiali e comunali perché sono andati perduti.
L’archivio comunale del comune di Mori è rimasto fra le due linee fino al 1917, anno in cui è stato trasferito ad Aldeno.
Nella primavera del 1919 fu riportato a Mori, ma numerosi documenti erano stati danneggiati.
Stessa sorte avversa toccò agli archivi, anteriori al 1919, dei comuni di Pannone, Nomesino e Valle San Felice, distrutti assieme ai rispettivi paesi. Nel mio lavoro darò spazio a tre aspetti fondamentali: – La popolazione: i civili e i soldati; – I cambiamenti attuati sul territorio; – Il trauma del ritorno.
Ho cercato di utilizzare anche le memorie delle persone che avevano vissuto la guerra e l’esodo.
Ho trovato almeno una testimonianza per ogni argomento toccato dalla tesi, così da dare veridicità al lavoro.
Per capire come ha vissuto la guerra, la popolazione civile mi sono servita dei diari di Cecilia Pizzini, nata Rizzi di Nomesino.
Il primo, che parte dal 28 luglio 1914 e arriva fino al 20 maggio 1915, s’intitola: “Memoria Dolorossisima Sopra la più grande guerra che s’abbia vista sulla terra, guerra Europea”.
Il secondo diario, invece, è scritto da Cecilia nel 1941, ricordando gli avvenimenti successi a lei e alla sua famiglia durante la prima guerra mondiale e continuerà ad aggiornarlo fino al 1975.
Per capire la vita dei soldati trentini nell’esercito austro-ungarico ho utilizzato il diario “La vita gueresca”, di Giacomo Beltrami, anche lui di Nomesino e chiamato alle armi nell’agosto del 1914.
Ho inoltre utilizzato, anche se per piccoli stralci, il “Diario di guerra dal Cadria e dallo Stivo”, scritto dal Tenente Hecht e pubblicato nel 1983.
Nell’archivio della Biblioteca civica di Rovereto, ho reperito un fondo contenente 3941 lettere, divise in venti faldoni, di richiesta d’indumenti da parte di profughi trentini in esilio; all’interno ho rintracciato sessantacinquelettere scritte da persone della Val di Gresta.

1 A. Casetti, Guida Storico archivistica del Trentino, Collana monografie della società degli studi per la Venezia Tridentina, Trento, Temi editrice, 1961.

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Dalla Tesi di laurea della D.ssa Laura Casarotto Romer -
Gentilmente concessa
(Aprile 2013)

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