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NOMESINO

RONZO CHIENIS

PANNONE E VARANO

VALLE SAN FELICE

MANZANO E CORNIANO

NOMESINO

LOPPIO

La porzione più orientale della Val di Gresta è occupata dal territorio del comune catastale di Nomesino, la cui superficie è di 239,1620 ettari. Esso si protende come un grande triangolo irregolare ad est del paese dalle alture che sovrastano Lenzima alle rocce che sovrastano Mori. A prima vista appare come un ripido ed impervio costone, ma in esso sono invece presenti diverse “buche” o vallette e piani di fertilissima campagna ed inoltre i pendii coltivabili sono fittamente terrazzati. Oggi tale ricca campagna è in gran parte abbandonata e poche persone coltivano la terra per lo più a tempo parziale. Prevale il pendolarismo con la Vallagarina per l’impiego nell’industria e nel terziario; simile situazione si riscontra anche a Manzano.
Nomesino si sviluppò verosimilmente su una villa o proprietà d’epoca romana; discosta su di un vicino dosso sorse la chiesa di San Martino (1220), attorno alla quale si prolungò l’abitato, assumendo il disegno a triangolo isoscele. Dopo le distruzioni della Grande Guerra venne aperta l’attuale piazza.
Troviamo citato per la prima volta il paese nel 1220. Al censimento del 1339 contava 20 fuochi. Nel 1914 contava 242 abitanti, nel 1993 ne contava 113 e nel 2001 sono 103.
Nomesino, Manzano e Corniano sono molto ricchi di reperti d’epoca romana e vi si trovano reperti anche delle epoche precedenti. La principale località dal punto di vista archeologico e storico è il vasto dosso su cui sorgeva l’antichissimo castello di Nomesino, ma reperti si sono trovati in altri luoghi fino a Zele.
Nomesino, con gli altri due villaggi, ha sempre fatto parte della pieve e poi parrocchia di Gardumo.
Nel 1358 le proprietà dei Castelbarco vennero divise nella giurisdizione e signoria di Gresta ed in quella di Nomesino-Albano, che comprendeva Mori, Manzano, Nomesino e Corniano.
Il castello di Nomesino venne conquistato e distrutto da Venezia nel 1440. Manzano e Nomesino, conquistati da Venezia, passarono sotto il capitanato di Rovereto fino al 1531. Da tale data vennero aggregati alla giurisdizione di Castelecorno-Isera, governata dai Baroni Liechtenstein.
Manzano e Nomesino rimasero pertanto apparentemente separati dalla Val di Gresta, ma in realtà mantennero sempre un rapporto strettissimo con gli altri paesi di Gardumo, con i quali formarono il comune di Pannone sia in epoca napoleonica che, recentemente, dal 1924 fino all’unione con Mori, avvenuta nel 1971.