Standschützen (Bersaglieri Tirolesi)

di Oswald Mederle

Organizzazione degli eserciti
della monarchia austro-ungarica

Dopo la sconfitta di Königgrätz nel 1866 da parte della Prussia, l’Impero austro-ungarico dovette cedere il Veneto all’Italia.

Un anno dopo, nel 1867, all’interno della monarchia asburgica si raggiunse un compromesso che divise l’impero in due stati indipendenti, l’Austria e l’Ungheria, sotto la guida dell’imperatore Francesco Giuseppe I. L’accordo prevedeva che i due stati avessero in comune tra l’altro i ministeri degli Esteri, delle Finanze e della Guerra con un esercito e la marina militare.

Dal desiderio ungherese di avere un esercito indipendente, nacquero in successione i due eserciti territoriali dell’Ungheria e dell’Austria, che non possono essere paragonati con quelle in altri stati europei dove i territoriali erano più una milizia che un esercito.

Esisteva un esercito comune, dipendente dal Ministero della Guerra K. u. K. Kaiserliches und königliches Heer / imperiale e regio esercito.

Esistevano poi due eserciti territoriali, dipendenti dai due Ministeri della Difesa:

K. K.

kaiserlich-königliche Landwehr

imperial-regio esercito

K. U.

königlich-ungarische Honvéd

regio esercito ungherese

Questi tre eserciti soggetti a tre ministeri diversi furono uniti sotto un unico Comando Supremo.

Una delle differenze principali nell’organizzazione era che i k. u. k. reggimenti di fanteria erano suddivisi in 4 battaglioni, mentre i k. k. e k. u. Reggimenti ne possedevano soltanto tre.

La k. k. Landwehr nel 1914 disponeva di:

37 reggimenti di fanteria – Landwehr-Infanterieregimenter

3 reggimenti di montagna – Landesschützen-Regimenter

2 reggimenti di bersaglieri – Gebirgsschützen-Regimenter di montagna (4°, 27° LIR)

6 reggimenti ulani territoriali – Landwehr-Ulanen-Regimenter

1 Divisione di Landesschützen tirolesi a cavallo

1 Divisione di Landesschützen dalmati a cavallo più artiglieria Landwehr.

Una parte importante è costituita dal Landsturm o leva di massa comprendente:

Reggimenti di fanteria Landsturm – Landsturm-Infanterieregimenter

Bersaglieri del Tirolo – Tiroler Sandschützen

Il SERVIZIO DI LEVA

L’obbligo del servizio militare venne introdotto nell’esercito imperiale a partire dal 1866, ma soltanto nel 1868 si stipulò un accordo tra i due stati Austria e Ungheria. Ci si accodò sul periodo di permanenza nell’esercito comune, nella marina, nella Landwehr/Landsturm e nella Honvéd.

Il servizio militare iniziava col compimento del ventunesimo anno, la durata era di 12 anni dei quali:

· 3 anni nella “Linie” (come attivo)

· 7 anni nella riserva

· 2 anni nella Landwehr (non attivo)

Una novità consisteva nel fatto che d’ora in avanti tutti gli uomini furono soggetti alla leva di massa dal 19° al 42° anno di vita, sempre se non facenti già servizio attivo nell’esercito, nella Landwehr / Honvéd o riserve.

Durante la Prima Guerra Mondiale il periodo di permanenza fu ulteriormente prolungato fino ai 50 anni.

Il servizio volontario per un anno (Einjährig-Freiwilliger-Dienst) era permesso nell’esercito, in marina e nella Landwehr/Honvéd. Il volontario non percepiva il soldo e dovette procurarsi l’equipaggiamento a spese proprie, nei casi dovuti persino il cavallo.

La provenienza degli Standschützen
(Bersaglieri Tirolesi)

All’interno dell’impero asburgico il Tirolo copriva una posizione particolare in fatto di prestazioni militari. Per capire si deve tornare nel lontano 1511 (1512), quando l’imperatore Massimiliano I stilò un accordo con i quattro ceti tirolesi e i vescovi di Trento e Bressanone, regolandovi tra l’altro anche la prestazione militare popolare. Questo fatto per ovvia mancanza di spazio non può essere trattato in questo opuscolo ma fa riferimento alle recenti pubblicazioni sul “Landlibell” delle Province autonome di Trento e Bolzano. Da quel momento in avanti i reggenti del Tirolo iniziarono a sostenere il tiro al bersaglio, prima coll’archibugio e poi con altre armi da fuoco, riproponendosi di attingere a una riserva di combattenti addestrati. Anche se fino alla Prima guerra mondiale nessuno dovette combattere fuori dai confini territoriali, col passare dei secoli ci furono sempre adeguamenti al fabbisogno e in fine anche l’incorporazione nell’esercito permanente.

Alla fine del diciannovesimo secolo si iniziò a aggregare le compagnie dei Bersaglieri Tirolesi (Standschützenkompagnien), che fino allora avevano agito indipendentemente, ai militare. Questi ultimi, ritenendo le compagnie Schützen “corporazioni utili alla difesa territoriale”, li appoggiarono fornendo loro, gratuitamente o a prezzi modici, armi e munizioni al passo dei tempi. D’allora in poi il nome di “Standschützen” venne ufficializzato anche nell’esercito.

Con la legge di difesa territoriale del 1887 fu deciso che la difesa territoriale fosse da considerarsi parte delle forze armate e venisse suddivisa nei Bersaglieri (Standschützen) integrandoli attraverso i casini di tiro e la leva di massa (Landsturm).

Con l’entrata in vigore della legge della difesa territoriale per il Tirolo e Vorarlberg del 25 maggio 1913 (§ 17) e la legge riguardante l’ordinanza di tiro, i poligoni di tiro con i loro soci così come tutte le altre corporazioni di carattere militare (associazioni dei veterani e dei combattenti) divennero parte integrante della leva di massa (Landsturm).

Da quel momento in poi ogni Standschütze iscritto era sottoposto all’obbligo della leva di massa (Landsturmpflichtig) e non lo si poté più ritenere volontario.

Soltanto quei Bersaglieri che aderirono ad un poligono dopo la mobilitazione del 1915 poterono continuare a fregiarsi dell’appellativo di “volontario”.

Una possibile dimissione da un poligono di tiro venne vietata già dall’agosto 1914 in poi per via legislativa.

Secondo la convenzione di Haag i Bersaglieri Tirolesi da questo momento (1913) in poi furono a tutti gli effetti truppe regolari, ma continuando a essere impiegati soltanto nella propria regione (Land) e a difesa del confine territoriale. Negli ultimi anni del conflitto mondiale non fu tuttavia più tenuto conto di questo obbligo, basti pensare ai campi di battaglia dei Sette Comuni a partire dal 1916.

1914

Dopo che il 28 luglio 1914 scoppiò la Prima Guerra Mondiale e ne seguì la mobilitazione generale, Theodor Freiherr von Kathrein (Presidente del Tirolo), “come primo tiratore del Tirolo” (Oberschützenmeister) fece un appello ai k. k. casini di tiro e società dei veterani richiamandoli alle armi.

Joly Wolfgang, Standschützen

Agli inizi di settembre 1914, in un appello integrativo, si specificò che gli interessati dovevano essere tra l’età di 19 e 42 anni compiuti, sempre che non fossero già arruolati in un’unità combattente. Si chiese inoltre a tutti quelli che non fossero ancora stati richiamati alla leva di massa di iscriversi nei casini di tiro onde essere in regola con le convenzioni internazionali.

A partire da ottobre/novembre 1914, dopo la pubblicazione delle prime liste dei caduti, l’arruolamento volontario subì una stagnazione.

Negli ultimi mesi dell’anno 1914 venne mandato un ispettore a visitare tutti i casini di tiro, che dovette poi fare rapporto su ogni singola realtà riguardante affidabilità e patriottismo. Nel Trentino, allora già secolare parte del Tirolo, la popolazione era die lingua italiana. Il loro numero viene calcolato in una percentuale di ca. un terzo in rapporto alla popolazione totale tirolese. Pure nel territorio trentino si fondarono già molto prima della Grande Guerra dei casini di tiro. Però la loro collocazione fu maggiore nelle zone rurali che in quelle di città, anche perché la questione venne criticata con veemenza li dove la cittadinanza fu sempre più filo italiana di quella rurale. Di fatto nelle città e nei comuni più grandi i casini di tiro furono molto meno se non inesistenti. Qualche casino cittadino funse persino da ritrovo e copertura a numerosi Irredentisti.

1915

Su tutto il territorio del Tirolo si istituirono delle commissioni di leva che fecero abili molti che in tempo di pace non sarebbero mai stati arruolati. Inoltre si allargò l’età per la leva di massa da 18 a 50 anni compiuti.

Il 9 marzo 1915 il k. u. k. Ministero degli Esteri dichiarò all’ambasciatore italiano che la duplice monarchia era disposta a cedere all’Italia parte del Trentino e dell’Istria in cambio della non belligeranza. Nel Tirolo la notizia si diffuse a macchia d’olio frenando l’euforia patriottica, e in Trentino parte della popolazione non ebbe parole, mentre l’altra parte ne fu sollevata.

Mentre le trattative diplomatiche non portarono ad alcun accordo e così si andò inesorabilmente incontro al conflitto con l’Italia.

A fine marzo, ben poche compagnie erano in possesso dell’equipaggiamento, di fucili e cartucce. Solo quando agli inizi d’aprile le notizie del movimento di truppe italiane a ridosso del confine si accrebbero, ci si mosse. Dal punto di vista politico la chiamata alle armi dei Bersaglieri Tirolesi fu un’incognita; si temeva che questo modo d’agire irritasse l’Italia e la portasse ad un attacco anticipato.

Dopo che l’Italia annunciò la fuoriuscita dalla Triplice alleanza si iniziarono i veri e propri preparativi. Gli “Schützen”abili vennero integrati nelle formazioni da campo e i meno abili formarono i reparti di rincalzo e di sorveglianza territoriale.

Un previsto armamento si ebbe da fare solamente se le unità fossero completamente affidabili. Riguardante l’organizzazione territoriale dei gruppi d’intervento fu specificato che formazioni di madrelingua italiana non dovessero mai ricevere compiti o mansioni autonome, come l’occupazione di passi, gioghi o fortezze, ma sempre in cooperazione con altre unità miste. Pur di non correre alcun rischio, anche dopo la dichiarazione di guerra da parte dell’Italia il 23 maggio 1915, le unità ritenute fedeli vennero impiegate in maggioranza nella costruzione di strade, ricoveri, funivie o trinceramenti. Vennero poste a sorvegliare punti nevralgici nelle retrovie, portare le vivande al fronte e di tanto in tanto fare servizio nelle ridotte avanzate. Se ritenute leali parteciparono anche a combattimenti di prima linea come le formazioni di Ala-Pilcante, o la compagnia Vallarsa-Trambileno, che si dimostrarono combattive come le altre formazioni del Tirolo. Coll’inoltrarsi della guerra la maggior parte delle formazioni trentine furono sciolte, alcune persino dopo poche settimane, solo poche resistettero durante tutto il conflitto finendo la guerra come reparti di lavoratori. Una delle ragioni di ciò fu che i più giovani, raggiunta l’età prescritta, finirono nei reparti di prima linea e i più vecchi, malati ecc. furono congedati.

Riguardanti le armi, al primo giuramento del 1914 gli uomini vennero armati dei propri “Stutzen” da bersaglio. Solamente nella primavera 1915, a causa della generale carenza di armi portatili, le unità furono armate inizialmente con fucili Werndl a monocolpo. Queste armi vennero sostituite ai primi di maggio nei reparti del Tirolo del Nord e Vorarlberg da fucili Mauser tedeschi, modello 1888 (per gli austriaci M1913), e quelli dei tirolesi di madrelingua tedesca a sud del Brennero parzialmente con Mauser sopra citati o Mannlicher di modelli diversi. Per i trentini si mantennero i Werndl e soltanto le unità a ridosso del fronte ricevettero fucili tedeschi tipo Mauser M 1888.

Fucile Mauser M 1888 (M 1913)

Fucile Mannlicher M 1888/90

Fucile Werndl M 1867/77

Fucile Mannlicher M 1895

Mannlicher-Stutzen M 1895

Siro Offelli, Le armi e gli equipaggiamenti dell’esercito Austro-Ungarico

Per garantire la riconoscibilità dei Bersaglieri in servizio di guardia, predisposto già nell’inverno 1914/15, si aggiunse al vestiario borghese o costume regionale una benda giallo-nera sul braccio sinistro per il Landsturm austriaco oppure una benda bianco-verde se si trattava del Landsturm Tirolese.

Bende O bracciali – Archivio Mederle, Bressanone

Bersaglieri Tirolesi tra la Val di Gresta
e il fiume Adige

Il 18 maggio 1915 per ordine di Francesco Giuseppe I furono mobilitati i Bersaglieri del Tirolo (Tiroler Standschützen) e trasportati con treni o trasferiti a piedi al confine con l’Italia. Nella Val d’Adige, dapprima citata come “Etschtalsperre” poi “Sektion Rovereto”, che si estendeva dalla Val di Gresta (Lago di Loppio) fino al Col Santo – Monte Testo, i Bersaglieri vennero aggregati alla 181a Brigata di fanteria. Ed è proprio di una parte di questo fronte che ci occuperemo d’ora in avanti, e precisamente di quello tra la Val di Gresta e il fiume Adige.

Operarono nella zona le seguenti compagnie e formazioni:

– Compagnia Ala-Pilcante

– Compagnia Borghetto

– Compagnia Brentonico

– Compagnia Vallarsa

– Standschützen-Bataillon Brixen

– Standschützen-Bataillon Kitzbühel.

K.k Standschützen Kompanie (Compagnia Bersaglieri) Ala-Pilcante

Fece il giuramento il 19 maggio 1915. Il 27 maggio insieme alla compagnia di Borghetto sostenne uno scontro a fuoco a Ala con truppe italiane subendo perdite non indifferenti. Dopo di che la compagnia si ritirò con la gendarmeria e i finanzieri sulla linea di resistenza a Serravalle e Marco. Nel giugno 1915 la compagnia fu sciolta e i restanti membri trasferiti alla compagnia Vallarsa.

K.k Standschützen Kompanie (Compagnia Bersaglieri) Borghetto

Mobilitata il 20 maggio 1915 si ritirò verso Ala dove partecipò allo scontro con le truppe italiane. Subì la stessa sorte della compagnia Ala-Pilcante.

K.k Standschützen Kompanie (Compagnia Bersaglieri) Brentonico

Venne mobilitata il 20 maggio 1915. Prima fu mandata a ridosso del confine italo-austriaco sul massiccio del Monte Baldo dove costruì le prime trincee difensive, ricoveri e una cisterna per l’acqua. Quando nell’autunno 1915 la pressione italiana aumentò, la compagnia si ritirò prima a Brentonico e poi verso Mori e Nago. Fece pattugliamenti verso le propaggini del Monte Baldo e concorse alla costruzione della strada di guerra da Mori a Brentonico fin quando, nell’ottobre 1915, truppe italiane occuparono il capoluogo dell’altipiano. In successione la compagnia lavorò alle costruzioni di difese in Val di Gresta, alla linea difensiva verso lo Stivo e gestì la funivia che saliva da Vignole presso Arco verso S. Barbara. Sul Monte Creino e Monte Biaena si costruirono postazioni d’artiglieria e caverne, si scavarono camminamenti e trincee. A metà dicembre 1915 venne spostata verso Trento e addebita a nuove mansioni.

K.k Standschützen Kompanie (Compagnia Bersaglieri) Vallarsa

A metà maggio 1916 questa compagnia partecipò insieme a quelle di Imst, Glurns, Gries, Kufstein e Meran I all’offensiva di maggio, detta anche “Strafexpedition”, partecipando alla riconquista austro-ungarica di Mori.

Standschützen-Bataillon Brixen

Il Bataillon Brixen venne riunito per la prima volta venerdì 28 agosto 1914 partecipando a una messa in Piazza Duomo cui seguì il giuramento.

Il 19 maggio 1915 ricevette l’ordine di mobilitazione, il 20 maggio, dopo una messa solenne, si fece un secondo giuramento. Nello stesso giorno si mise in marcia verso la stazione ferroviaria di Bressanone da dove partì in treno per la “Etschtalsperre”. Arrivato nei pressi di Rovereto, il Battaglione occupò la zona di Isera e in special modo le alture tra l’Adige, Asmara e Foianeghe, fino ai pendii a sud di Lenzima, dove nei mesi successivi non si ebbero combattimenti di rilievo.

“E in questo punto deve esserci un errore nel libro di Cletus Pichler quando colloca il Battaglione Bressanone per la fine dell’agosto 1915 sull’altipiano di Lavarone che a mio avviso rimane nei pressi di Rovereto. Il Battaglione menzionato dovrebbe essere quello di Vipiteno.”

A metà ottobre 1915 si registrano tre compagnie in prima linea e una in riserva nelle retrovie, nei pressi di Isera. Dopo l’offensiva austriaca del maggio 1916, il battaglione ormai ridotto a due compagnie fu comandato nelle posizioni di Mori e agli avamposti di Sano, Tierno e alla chiesetta di S. Marco, che erano sotto il frequente e fastidiosissimo tiro delle artiglierie italiane, rimanendovi fino alla fine d’ottobre 1916. Contemporaneamente fu occupata anche Mori Vecchio e la prima parte delle trincee che salgono da Mori Vecchio verso il monte Nagià.

Dopo un periodo di riposo e la permanenza prolungata in Vallarsa il battaglione ridotto oramai a una compagnia, agli inizi dell’inverno 1917/18 tornò nella sezione di Mori. L’8 di gennaio 1918 troviamo la Standschützen-Kompanie Brixen aggregata allo XX Corpo d’armata. Nell’estate del 1918 la compagnia fu unita con quelle di Chiusa e Vipiteno, anche loro oramai ridotte alla forza di una compagnia, sotto il nome di Gruppo Val d’Isarco (Standschützengruppe Eisacktal). Dopo una permanenza sopra il Lago di Ledro si ha solo una notizia di rilievo dei Brissinensi, il 15 luglio 1918, quando partecipano alla conquista del Doss Alto di Nago che andrà perso di nuovo il 4 agosto, ma questa è un’altra storia.

Di un certo interesse è la nota di Anton Mörl nel suo libro “Die Tiroler Standschützen im Weltkrieg”, che specifica che nella 1. compagnia (Bressanone Città) fece servizio Alois Kreidl, uno dei tiratori più affidabili di tutto il Tirolo.

Standschützen-Bataillon Kitzbühel

Il Bataillon Kitzbühel all’inizio della guerra parte per l’Altipiano di Lavarone e arriverà alla fine di marzo 1916 sulle alture a nord di Mori. Qui la 1a compagnia occupò gli avamposti sul Monte Nagià,

Bassorilievo indicante il Standschützen Baon Kitzbühel. Foto Francesco Silli, Mori

la 2a compagnia il Monte Faè. La 3a quelle intorno a Manzano, in Val Gresta sopra la Valle di Loppio e in fine parte delle trincee che scendono verso Mori Vecchio.

A metà maggio 1916 la 2a compagnia fu trasferita prima sul pianoro di Lenzima per poi finire a luglio come guarnigione al Forte Valmorbia.

Il 1° agosto 1916 il Battaglione fu sciolto a sorpresa, la prima e terza compagnia unificate e la seconda assegnata a un’unità di retrovia. Per la fine di settembre 1916 si ha notizia della ricostruzione del Kitzbühel, ma solo in forza di compagnia, che agli inizi di ottobre ritornerà nelle posizioni ben note sul Monte Nagià.

A parte due brevi soggiorni, uno a Ravazzone (dicembre 1916 / gennaio 1917) e l’altro a Besenello (febbraio 1918), il Kitzbühel rimarrà sui pendii sopra la Valle di Loppio tutto il 1917 fino a Pasqua del 1918. Agli inizi di aprile 1918 anche questa compagnia venne unificata con quelle di Kufstein, Rattenberg e Zillertal nella Standschützen-Formation Nord-Osttirol. In giugno avvenne un’ulteriore riduzione sotto il nuovo nome di Standschützen-Gruppe I.

A fine settembre 1918 il Landsturmbataillon Nr. 4 andrà a sostituire la compagnia Kitzbühel che venne comandata a Lana nei pressi di Merano per fare legna in Val d’Ultimo.

Standschützen-Bataillon Reutte I

Io Standschützen-Bataillon Reutte I fu formato nel Maggio 1915 su tre Compagnie, mandato dapprima sull’altipiano di Lavarone fino alla fine del marzo 1916, dall’aprile 1916 fino agli inizi del 1918 andrà a integrare le unità combattenti sul fronte dell’Adige (Etschtalsperre) per finire la Grande Guerra sulle cime del Tonale.

Raggiunse le postazioni sulle pendici sud del monte Faè sopra Ravazzone e Mori passando da Calliano, Volano e Isera. Il 15 luglio 1916 il Battaglione subì la riduzione su una sola Compagnia. Dal dicembre 1916 a tutto l’anno 1917 occupò gli avamposti e le trincee più a est, tra il Piantino e il monte Nagià, sopra il Paese di Loppio. Dall’aprile 1918 fu impiegato sui Monticelli sopra il Tonale dove dovette resistere a ripetuti attacchi italiani. L’8 giugno la compagnia fu unita alla K. K. Standschützen-Kompanie Reutte II col quale concluderà la guerra in zona Tonale.

Conclusione – Bibliografia – Ringraziamenti

L’esistenza di Bersaglieri trentini fu per lungo tempo taciuta o ignorata sia dalle autorità di allora, ma anche da scrittori e pubblicisti a nord e a sud del Brennero per motivi nazionalistici e solamente da una ventina d’anni si inizia a sollevare il velo su una realtà vissuta.

È difficile trovare informazioni di unità trentine all’archivio di Innsbruck o Vienna, i quali a loro volta fanno presente, con tanto di ricevuta alla mano, che come conseguenza del trattato di Saint-Germain, nell’autunno 1919 tutti gli atti riguardanti i Trentini tirolesi furono consegnati in più carrozze ferroviarie alle autorità italiane. Purtroppo a tutt’oggi nessuno sa, dove siano andati a finire.

Termino, affermando che i Bersaglieri del Trentino avessero meritato molto più rispetto dalle autorità militari e civili di allora come pure in un passato recente, ma adesso sta cambiando, e lo si vede anche nel comportamento degli Alpini di Mori.

Bibliografia:

Joly Wolfgang, stai di guardia

Marco Ischia, La tradizione degli Schützen nella Vallagarina

Archivio Mederle, Bressanone

Lorenzo Dalponte, I Bersaglieri tirolesi nel Trentino

Siro Offelli, Le armi e gli equipaggiamenti dell’esercito Austro-Ungarico

Aldo Forrer, Guida lungo li fronte austro-ungarico e italiano

Anton Mörl, Gli Standschützen tirolesi nella guerra mondiale

Cletus Pichler, La guerra in Tirolo

L’ultima guerra dell’Austria-Ungheria

Ringraziamenti:

Provincia Autonoma di Trento

Comune di Mori

Gruppo A.N.A. “Remo Rizzardi” di Mori

Gruppo Storico Trentino

Museo Storico della Guerra di Rovereto

Fucilieri imperiali del Tirolo

Foto:

Archivio Mederle, Brixen

Famiglia Lusser, Bressanone

Francesco Silli, Mori

Archivi di guerra di Vienna

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Dalla Tesi di laurea della D.ssa Laura Casarotto Romer -
Gentilmente concessa
(Aprile 2013)

LA VAL DI GRESTA

CONOSCERE LA STORIA E IL TERRITORIO - DI ALESSIO LESS

LA PRIMA GUERRA MONDIALE IN VAL DI GRESTA

La guerra in val di Gresta.
Dal 1860 al 1914 .....

Standschützen e Alpini tra Monte Nagià Grom e Fiume Adige

Standschützen (Bersaglieri Tirolesi) di Oswald Mederle:

COME NASCE UN MONUMENTO

Monumento a ricordo di quei Tirolesi che come Standschützen combatterono per la Patria e libertà.

FERRATA DI MONTE ALBANO

La via attrezzata "Ottorino Marangoni" è una via ferrata realizzata dalla Sezione C.A.I. - S.A.T. di Mori nel 1976 su una parete rocciosa.

MART ROVERETO

Il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto è un centro museale del Trentino

CAMPANA DEI CADUTI

La Campana dei Caduti di Rovereto è stata fusa con il bronzo dei cannoni delle nazioni partecipanti alla Prima guerra mondiale,

SANTUARIO DI MONTE ALBANO

Il santuario dell'Annunciazione della Beata Maria Vergine, anche noto come santuario di Montalbano è una chiesa sussidiaria a Mori, in Trentino. Risale al XVI secolo.

MUSEO DELLA GUERRA ROVERETO

Situato nel quattrocentesco castello di Rovereto, unica rocca veneziana in Trentino.

IL CAMMINO DI SAN ROCCO

Lungo il Cammino di San Rocco potrai attraversare molti paesaggi e trincee della grande guerra
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